Luglio 5, 2023 - di Stefano Martiradonna
Cosa è il posizionamento? A cosa serve e come si sviluppa? In questo post vi spiegherò 8 step per costruire il posizionamento, gli errori da evitare, il processo per capire se si ha un problema di posizionamento e tanto altro. Pronti?
Cominciamo subito dicendo che è il processo più controintuitivo che si possa far fare ad un imprenditore o ad un founder. Perché? Perché la maggior parte delle volte si concretizza nel tagliare alcuni canali “potenzialmente” remunerativi o, addirittura, nell’eliminare alcune audience e fonti di revenue: qualcosa che, nel breve periodo, potrebbe portare ad un peggioramento totale delle metriche ma che, nel lungo periodo, si trasformerà in un miglioramento esponenziale.
Ho incluso le figure dell’imprenditore e founder perché lavorare sul posizionamento non è solo un esercizio di marketing, ma riguarda l’intera struttura aziendale. Influenza il marketing, il branding, il go to market, le vendite ed anche il reparto del customer success. Ma questi team e funzioni non possono risolvere questo problema da soli. È necessario che la leadership dell’azienda si unisca e risponda a delle difficili domande, faccia scelte strategiche su chi sceglierai di essere e, cosa più importante, chi non diventare.
Quindi possiamo dire che:
Il posizionamento è l’intersezione tra:
Cosa vedremo in questo articolo:
Ha il compito di rispondere facilmente (e senza attriti) a queste domande nel momento in cui un utente entra in contatto con il tuo prodotto per la prima volta:
Per poter cominciare a lavorare sul posizionamento, dovete conoscere alcuni elementi. Ci sono 2 percorsi che portano a queste conoscenze:
Gli aspetti da conoscere ruotano attorno a queste componenti:
CLIENTI – PRODOTTO – COMPETITOR
Questo è uno schema che puoi utilizzare per cominciare a lavorare sul posizionamento.
Esempio di Startup Positioning template applicato a Slack:
Per un posizionamento forte, tutti questi elementi devono essere collegati tra loro. Il mio valore sarà così collegato alle funzionalità uniche e, queste ultime, saranno state modellate pensando alle alternative dei competitor.
Le caratteristiche uniche possono riguardare differenti ambiti:
Solitamente si inizia con il Positioning Statement. Sinceramente, quanti di voi hanno davvero cominciato da qui?
Vediamo i problemi legati nell’utilizzare questo framework:
NON è però un framework da buttare: può essere utile per riassumere una volta che avremo più chiara la nostra situazione.
NON è chiaramente la migliore opzione per impostare un lavoro efficace sul posizionamento.
Dipende dalla fase in cui si trova l’azienda.
Solitamente la situazione che si riscontra è questa:
Anche qui può capitare di vedere un bias “Founder’s Fallacy”, in cui si selezionano come clienti top quelli che vogliamo che siano i nostri clienti o che pensiamo siano adatti alle funzionalità per cui il prodotto è stato creato.
Esempio: Il fondatore di una piattaforma di appuntamenti online crede che la sua app sarà utilizzata principalmente da giovani single alla ricerca di relazioni romantiche a lungo termine. Di conseguenza, progetta l’applicazione con domande dettagliate sulla personalità e sulle aspettative a lungo termine. Tuttavia, dopo il lancio, scopre che molti utenti utilizzano l’app per incontri informali o per trovare semplici compagni di attività, rendendo le funzionalità sviluppate meno rilevanti per la maggior parte degli utenti.
Non basarti su questo o sul numero di clienti, ma piuttosto su questi segnali:
La maggior parte delle volte sono nascosti in mezzo agli altri. Non li riconosci perché sei troppo impegnato a servirne altri.
Altro esempio: Ho trovato in una startup una situazione in cui tutti gli sforzi erano concentrati verso un tipo di cliente che si pensava fosse quello giusto perché appartenente al settore per cui il prodotto era stato costruito e dava una soluzione. Ma anche se erano presenti alcune criticità come:
Non ci si soffermava in modo critico su questi segnali, ma si dava per scontato che il settore fosse quello perché “il prodotto è stato costruito per quello”.
E qui arriva la mia frase domanda preferita:
QUELLO CHE COSTRUISCI NON E’ SEMPRE QUELLO CHE VENDI
con una domanda:
SEI SICURO CHE QUELLO CHE HAI COSTRUITO E’ ANCHE LA COSA PIU’ CONVENIENTE DA VENDERE ?
Invece, in tutto questo polverone, non avevamo guardato ad altri clienti che appartenevano ad un altro settore e che utilizzavano il prodotto in altro modo, che acquistavano, riacquistavano senza fare storie, in silenzio.
A questo punto ti domanderai: ma come faccio a trovarli?
Guarda i tuoi Power Users e chiedi anche a loro cosa userebbero se il tuo prodotto non esistesse o cosa usavano prima di trovare il tuo prodotto. Quindi, cambia l’approccio: non sei più tu che decidi quali sono i tuoi competitor, ma saranno i tuoi clienti migliori a suggerirtelo. I tuoi customers non sempre vedono i competitors nel modo in cui li valuti tu e la loro opinione è l’unica che importa sul Posizionamento.
L’errore che si deve evitare è quello di guardare le Feature e il Prodotto per determinare il miglior Market e poi costruire il Context intorno: bisogna analizzare queste Feature dal punto di vista del Customers e non del team interno dell’azienda.
Le feature del nostro prodotto e il valore che forniscono sono Uniche, Interessanti e Preziose quando il Customer le percepisce e le valuta in relazione alle alternative. L’ elemento più importante nel posizionamento è il problema che il Customers sta provando a risolvere e come loro percepiscono la tua offerta in confronto agli altri modi che ci sono per risolvere quel problema.
Ora che sai chi sono i tuoi Power Users, come ti utilizzano e quali sono i tuoi competitor, metti tutto sul piatto e individua le tue feature uniche, cosa ti rende differente e migliore di quelle dei tuoi competitor.
Un forte posizionamento gira su cosa il prodotto fa meglio.
In questa fase, focalizzati sulle features più che sul calore che queste features portano al customer: fai un elenco di tutte le capabilities che tu hai e le alternatives che non hanno.
Le features sono un punto di inizio, ma il cliente tiene molto a cosa quella feature può fare per lui.
Quindi, passa da features a benefits e infine al VALORE: aggiungendo valore porti il benefit ad uno step successivo. Qui colleghi il benefit al contesto dell’obiettivo che il customer sta cercando di raggiungere. Le features, infatti, abilitano i benefits, che possono essere trasformate in valore in termini unici per il cliente. In questo step stai tirando fuori il VALORE che ciascuno feature offre ai clienti: ciascuna di loro può infatti avere multipli punti di valore e anche una combinazione di features può fornire valore.
Ma ricordati sempre che il valore deve riguardare quel target che stai analizzando.
Ti lascio alcuni esempi che spero possano tornarti utili:
Adesso che hai capito quale valore fornisci nella risoluzione di un problema rispetto ai competitor, puoi capire a quale audince quel valore interessa di più.
Ora hai una buona conoscenza del tuo Ideal Prospects, degli unici attributi del tuo prodotto e del valore che questi attributes possono fornire. Il prossimo step è scegliere il CONTEXT che renda ovvio il tuo valore ad un determinato segmento (che indubbiamente tiene di più a quel valore).
un mercato deve essere qualcosa che già esiste nella mente del cliente (eccetto quando vuoi creare a new market). L’obiettivo di posizionare il prodotto in un determinato context/mercato è quello di mettere in moto nella mente del cliente una serie di assumptions su:
Questo context e queste assumption devono andare a vantaggio del tuo prodotto.
Scegliendo di Posizionarti in uno specifico Mercato, tu stai dando al Prospect indizi su:
Questi confronti aiutano il cliente a capire velocemente COSA è il tuo prodotto e se è il caso di acquistarlo. Esistono differenti approcci per isolare-targhettizzare e vincere in un mercato. Ad alto livello noi possiamo scegliere se entrare in un mercato esistente o creare un nuovo mercato.
Se scegliamo di entrare in un mercato esistente, possiamo competere sull’intero mercato affrontando direttamente il leader o posizionare il nostro prodotto in una “nicchia”.
Lo “stile” di posizionamento che sceglieremo dipenderà da una serie di fattori che includono:
Non è l’approccio ideale per una startup.
Potete avere speranza solamente entrando con un prodotto che è una VERSIONE “10 VOLTE” MIGLIORE DEL PRODOTTO ESISTENTE: spiegate al vostro pubblico come e dove il vostro prodotto è effettivamente migliore di quello esistente e perché vale la pena passare al vostro prodotto.
Esempio: Immaginiamo che tu stia lanciando un nuovo software CRM SaaS che offre funzionalità avanzate di gestione delle relazioni con i clienti, enfatizzando l’integrazione semplificata, l’intelligenza artificiale per l’automazione dei processi e un’interfaccia utente intuitiva. Il tuo obiettivo è quello di posizionare il tuo software CRM come la scelta ideale per le aziende che cercano una soluzione CRM moderna, potente e facile da utilizzare.
Dovresti evidenziare come il tuo software CRM SaaS supera le aspettative degli utenti rispetto al marchio leader, offrendo funzionalità all’avanguardia, una maggiore flessibilità e un’esperienza utente più intuitiva. I tuoi competitor saranno tra i tanti: Salesforce, Hubspot, Superhuman…
Puoi farlo, hai budget, hai il team adatto? Altrimenti non è una buona scelta
Fate capire al vostro pubblico che la vostra soluzione personalizzata è stata costruita appositamente per loro. Convinceteli che è molto meglio di un prodotto generico e orizzontale. Puoi concentrarti su un mercato esistente, e focalizzarti su una specifica nicchia che ha determinate caratteristiche.
Esempio: Supponiamo che il mercato esistente sia quello delle scarpe da corsa, con un leader di mercato consolidato. Invece di cercare di competere direttamente con il leader nel mercato generale , potresti decidere di posizionarti in un sotto-segmento specifico.
Potresti sviluppare una linea di scarpe da corsa specializzate per trail running, che sono progettate per offrire una migliore aderenza su terreni accidentati e off-road. In questo caso, il tuo obiettivo sarebbe quello di diventare il leader nel mercato delle scarpe da trail running. Posizionando le tue scarpe da corsa come la scelta preferita per i corridori che desiderano una calzatura specificamente progettata per affrontare percorsi trail.
Fate sapere al vostro pubblico che esiste un nuovo prodotto o una soluzione all-in-one. Non hanno più bisogno di utilizzare un mix di strumenti, funzioni e servizi per risolvere il loro problema.
Esempio: Sviluppiamo un software Saas che integra funzionalità avanzate di gestione delle risorse umane come il reclutamento, l’onboarding, la gestione delle performance, la formazione e lo sviluppo dei dipendenti, la pianificazione delle risorse umane e molto altro. Inoltre, il nostro software offre anche strumenti di analisi avanzati per monitorare e ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane all’interno dell’organizzazione.
La nostra strategia di marketing si concentra sul posizionamento del nostro software come “la nuova generazione di soluzioni Saas per la gestione delle risorse umane”.
In sintesi, stiamo adottando un approccio “Creazione di una nuova categoria di mercato” per posizionare il nostro software Saas come una soluzione innovativa e completa per la gestione delle risorse umane. Offriamo funzionalità avanzate, un’interfaccia intuitiva e strumenti di analisi potenti, distinguendoci dai sistemi CRM tradizionali. Attraverso una strategia di marketing focalizzata sull’educazione e sulla collaborazione con esperti del settore, promuoviamo i benefici del nostro software e offriamo un pricing flessibile per adattarci alle esigenze delle diverse aziende.
Le storie sono informazioni, contenuti, fan fiction, miti e saghe. Le storie trasformano anche il modo in cui vediamo e valorizziamo le cose, e come ciò cambia la nostra economia e la nostra società:
Chi è l’eroe? Di chi è la storia? Chi ha il privilegio di raccontarla?
Vogliamo “oggetti mitologici” indossabili per dimostrare il nostro gusto, il nostro status privilegiato e la nostra conoscenza culturale.
Non vogliamo essere meri consumatori.
Vogliamo essere associati a momenti, luoghi e persone che cambiano il gioco: una nuova forma di ricchezza, non per associazione, ma di associazione. Più ci associamo con la conoscenza, la creatività e l’attività culturale, maggiore è la nostra distinzione sociale e più elevato è il nostro status culturale.
Questo discorso vale per tutto, se vendi prodotti cosmetici, bevande, abbigliamento, ma anche servizi, Saas, eccetera.
Si deve tradurre questa storia in messaging che può esser poi utilizzato per materiale marketing e sales, per campagne, sito, adv, social. Un messaging document registra tutti i copy e gli agles che utilizzi nelle diverse campagne, piattaforme, adv.
La tua UVP ha differenti USP e angles da testare sul mercato. Scrivile tutte e cerca di capire quale funziona meglio su chi e perchè, poi vai in profondità su quello che funziona
Un buon posizionamento innesca una serie di ipotesi sul prodotto che sono vere. Il cattivo posizionamento innesca una serie di ipotesi sul mio prodotto che non sono vere, lasciando che i team di vendita e marketing facciano il lavoro di annullare il danno che il tuo posizionamento ha già causato.
Esempio: SLACK: lo conosciamo tutti, si può dire che sia una chat. Ma non si sono mai “venduti” come una chat. Perché? Perché altrimenti gli utenti li avrebbero Posizionati in un Contesto con Whatsapp, Telegram, Discord…
Quel posizionamento non avrebbe esaltato il loro vero valore. Anche se i founder hanno tecnicamente costruito una chat, NON hanno mai venduto un tool di chat
La VALUE PROPOSITION di Slack è: “SLACK IS YOUR DIGITAL HQ. Make work life simpler, more pleasant and more productive.” La parola “chat” non appare mai!
Questo significa creare associazioni nella mente dei clienti per far percepire loro il prodotto in modo specifico e lasciare un segno positivo e duraturo. Più associazioni positive avrà e più possibilità ci saranno che acquisterà e rimarrà fedele.
E tu, che ne pensi? Come affronti il posizionamento? Scrivi nei commenti i tuoi dubbi e le tue perplessità, sarò lieto di risponderti.
Nella seconda parte del post scopriremo se hai un problema di posizionamento, la differenza tra Branding e Positioning, con un approfondimento sull’elemento differenziante e la Value Proposition. Stay Tuned!
Faccio principalmente 4 cose: lavoro come fractional Product Marketing Manager presso Pemcards, un'app che trasforma le foto che hai sul cellulare in cartoline; sono mentor in un incubatore, mi occupo della fase di analisi e validazione dei progetti; faccio consulenza a brand sul posizionamento; gioco a tennis. Punto ad eliminarne qualcuna, incrementando il tennis. La mia passione per la fase pre-Product-Market Fit (PMF) mi ha spinto a creare una newsletter dedicata (stefanopm.substack.com), in cui condivido casi studio, framework e tanto altro.
Le slide sono disponibili per studenti ed ex studenti del Master in Product Management