Luglio 13, 2023 - di Stefano Martiradonna
Nella prima parte dell’articolo, ci siamo chiesti cosa è il posizionamento, a cosa serve e come si sviluppa, analizzando 8 step per costruirlo e quali sono gli errori da evitare. In questa seconda parte, scopriremo se hai un problema di posizionamento, qual è la differenza tra Branding e Positioning, con un approfondimento sull’elemento differenziante e la Value Proposition. Pronti?
Cosa troverete in questa seconda parte dell’articolo dedicata al posizionamento:
Per capire se ci troviamo di fronte ad un buono Elemento Differenziante devo chiedermi se ha queste caratteristiche:
In merito alla Value Proposition, parti dall’assunto per cui: la tua PROMESSA deve essere UNICA e DIFFERENZIATA. Il primo passo per conquistare un cliente è infatti essere UNICI in un panorama di competitor simili.
Per aggiungere unicità concentrati su:
CHI VENDE → veicola la propria visione del mondo
CHI ACQUISTA → manifesta il proprio stile di vita
Non vendere il prodotto ma vendi:
Ma non solo:
La lista delle unità vendute non indica mai ciò che le persone realmente acquistano. Quelli sono gli output che l’azienda deve cedere per realizzare l’outcome che intende creare. È una sostanziale differenza!
La prima ragione per cui questo allineamento è necessario è dovuta al fatto che gli output definiscono costi e profitto, mentre gli outcome definiscono prezzo e posizionamento. Le persone pagano per i risultati e per la velocità con la quale li ottengono, non per il costo delle materie prime
Altro assunto: la tua PROMESSA deve essere IRRESISTIBILE – IMPATTANTE. Qualunque cosa tu stia promettendo, deve risolvere un problema del cliente in un modo molto convincente. Dunque, chiediti quali sono i loro problemi brucianti e non soffermarti su quelli superficiali.
Esempio:
Il mio consiglio? Rendi avvincente la tua Promessa. Parla con i tuoi clienti e usa le loro espressioni
Ma non solo: la tua PROMESSA deve essere CREDIBILE – RILEVANTE. Un’offerta UNICA e IRRESISTIBILE non significa nulla se il tuo potenziale cliente non ti CREDE. Nel business, essere credibile significa che un visitatore nuovo tira fuori la carta di credito e acquista da te alla prima visita del tuo sito o dopo la prima call con il sales.
Utilizza:
Altro esempio:
Con questo materiale, il passo successivo è trasformare la Value Proposition in un Claim accattivante e facilmente comprensibile. Puoi utilizzare lo schema del Value Proposition Design di Strategyzer, come primo esercizio:
Il nostro (prodotto) aiuta (Segmento di clientela) che vogliono (jobs to be done) come (un verbo, per esempio: riducendo, evitando, aumentando…e un complemento oggetto) e (un verbo, per esempio: riducendo, evitando, aumentando…e un complemento oggetto) a differenza di (offerta di valore della concorrenza).
Il nostro prodotto aiuta i professionisti e i team aziendali che vogliono semplificare e migliorare la comunicazione e la collaborazione all’interno dell’organizzazione, riducendo la complessità e aumentando l’efficienza e la produttività, a differenza delle piattaforme di comunicazione e collaborazione meno integrate e meno intuitive offerte dalla concorrenza.
E poi cerca di renderlo più masticabile:
“SLACK IS YOUR DIGITAL HQ. Make work life simpler, more pleasant and more productive”.
Solitamente i problemi di posizionamento non si palesano in modo chiaro e diretto, inducendoti ad affrontare i sintomi invece della causa principale.
I sintomi possono essere:
Sarò onesto: è difficile essere in questo posto.
Nella mia esperienza, ci potrebbero essere tre colpevoli:
Se l’hai scoperto all’inizio della traiettoria della tua startup e non anni dopo, allora è molto più facile da risolvere. Questo è il motivo per cui una buona idea è fare un duro lavoro di posizionamento a partire da subito. Se scopri che la tua startup è in questa fase, muoviti velocemente. Il tempo è il tuo nemico. Più rimandi le scelte difficili, più difficili diventeranno quelle scelte. Rifocalizza, ricostruisci e riposiziona VELOCEMENTE.
Per capire se hai un problema di posizionamento poniti queste domande:
Il più delle volte, i founder / dipendenti parleranno del prodotto o della soluzione che stanno costruendo, ma non del problema che stanno cercando di risolvere. Diventa evidente che non hanno abbastanza chiarezza su:
(a) il problema che vogliono risolvere
(b) il modo in cui parlano del problema.
Naturalmente, founder, cofounder, dipendenti avranno un modo leggermente diverso di descrivere la startup e la sua proposta di valore. Spesso queste differenze non sono solo nel tipo di parole utilizzate, ma proprio nell’essenza, nel concept di ciò che queste parole catturano.
Evidenze:
Prova questo: mappa le caratteristiche della roadmap del tuo prodotto su un personaggio target chiave. Non possono essere due o tre. Solo uno. Chiediti: questa funzione ridurrà in modo significativo un punto dolente per quella persona?
Prova questo: identifica l’utente principale del tuo prodotto. Cosa usano oggi al posto del tuo prodotto? In che modo il tuo prodotto fa quel “lavoro” meglio di quello che sta usando oggi?
Alcuni indicatori di come questo si manifesterà:
I fondatori assumeranno un growth marketer o convinceranno un’agenzia a spendere dei soldi in pubblicità. Tre mesi dopo, non sarà cambiato nulla e avrai speso un sacco di soldi con un ROI minimo o nullo. Suona familiare? Questo perché non hai risposto a domande fondamentali. Non hai ancora fatto scelte difficili.
Se il problema è il tuo prodotto, torna al tavolo da disegno. Torna dai tuoi clienti/potenziali clienti e parla con loro per capire cosa sta determinando il tasso di abbandono. Dai un’occhiata all’esperienza con il prodotto.
Se il problema è il tuo approccio GTM : la tua strategia GTM corrisponde ai punti di forza del tuo prodotto? Molte volte c’è una discrepanza qui. Ad esempio, ti stai appoggiando al movimento PLG quando il tuo prodotto è complesso e impegnativo per l’auto-onboarding. A volte vedo startup che cercano di fare vendite PLG e top-down contemporaneamente, non avendo team separati e creando solo confusione.
Non farlo — Non buttare soldi per la generazione della domanda, non risolverà il tuo problema di crescita. Alimenterà solo il secchio che perde. Il problema non è la generazione della domanda, il problema è più profondo di quello e richiede che il team di leadership si riunisca e affronti strategicamente sia la strategia di prodotto che quella GTM, che il posizionamento.
Cominciamo con la domanda delle domande: devo posizionare il mio PRODOTTO, la mia AZIENDA o entrambi? In questo caso utilizzerò PRODOTTO per indicare indifferentemente: prodotto fisico, servizio digitale, singola feature.
Diamo delle indicazioni generali che non possono avere valore universale, perché bisogna sempre considerare il caso singolo in base a:
Generalmente, la fase iniziale di una startup richiede il posizionamento della stessa, a patto che abbia un solo prodotto e – come capita quasi sempre – ci sia budget limitato. In questa fase, la priorità è inserire la startup in una specifica categoria di mercato e farsi notare per UVP ed Elemento Differenziante.
Quindi, è consigliabile posizionare il prodotto e l’azienda nello stesso modo per problemi di budget ma, soprattutto, per creare un’unica immagine del brand nella mente dei clienti, rendendo così più facile il ricordo.
Un sempio? Mailchimp, la piattaforma di email marketing, in fase iniziale ha posto il focus principalmente sul posizionamento del suo prodotto e, solo successivamente, ha spostato il focus sul brand. Mailchimp ha ampliato così la propria offerta con nuovi prodotti e servizi per offrire una suite completa di soluzioni di marketing digitale.
I clienti devono comprendere il posizionamento del prodotto per valutarlo al meglio. Non devono concentrarsi per conoscere o capire che l’azienda è qualcosa di separato dal prodotto, specialmente quando si vende un unico prodotto. Non si deve far pensare troppo l’utente e non lo si deve confondere.
Dall’altro lato, un’azienda che offre diversi prodotti sul mercato deve pensare al posizionamento del prodotto e al posizionamento dell’azienda in modo separato, ma strettamente collegati tra loro. Se ogni prodotto viene venduto individualmente, ciascuno dovrebbe avere il proprio posizionamento per aiutare i clienti a comprendere perché dovrebbero acquistarlo.
Il posizionamento dell’azienda diventa quindi un elemento che trasferisce affidabilità e aiuta i clienti a capire perché dovrebbero prendere in considerazione diverse offerte provenienti da quella specifica azienda (in questo caso entrano in gioco l’architettura del brand e le strategie di brand).
Tuttavia, anche in questo secondo caso di aziende che esistono da diversi anni e che hanno più prodotti , la decisione su cosa posizionare prima o su cosa concentrarsi di più tra il posizionamento del prodotto e quello dell’azienda dipende da vari fattori. Dipende da quale prodotto o insieme di prodotti genera la maggior parte delle vendite, cosa guida le vendite e qual è il processo di vendita della compagnia.
Se i clienti conoscono l’azienda principalmente perché acquistano un prodotto specifico, allora la scelta migliore sarebbe concentrarsi prima sul posizionamento di quel prodotto.
In alcuni casi, le aziende scelgono di avere un prodotto “trainante” (killer feature) per avviare il rapporto con i clienti e successivamente vendere loro gli altri prodotti. In questo caso, il posizionamento del prodotto “trainante” sarebbe la priorità, poiché è il più importante per l’attività.
D’altro canto, se l’azienda vende un insieme di prodotti contemporaneamente, sarebbe più opportuno concentrarsi prima sul posizionamento dell’azienda nel suo complesso e in seguito valutare il posizionamento dei singoli prodotti. Ma hai bisogno di budget per farlo.
Il posizionamento è strategico: è il modo in cui ti differenzi in modo significativo in una categoria o in uno spazio. Sono fatti freddi e duri. È razionale e basato sui dati.
Creare il giusto posizionamento del prodotto non è solo una questione per cui bisogna inserire una nuova etichetta sul tuo prodotto. Richiede un’attenta comprensione del valore che stanno ottenendo i tuoi clienti.
D’altra parte, il Brand è la tua connessione emotiva con il tuo utente. Quindi l’opposto della razionalità.
Il Brand è invece un insieme di intangibili – aspettative, esperienze, storie e ricordi – che fa sì che un cliente scelga te piuttosto che un’alternativa.
Il tuo marchio è la somma totale dell’esperienza del tuo utente quando entra in contatto con la tua startup e questo include tutto: prodotto, Ux, social media, e-mail, esperienza di supporto e team di vendita.
Con la consumerizzazione del software e con la nascita di molti software, soprattutto quelli verticali che fanno più o meno tutti la stessa cosa, si potrebbe pensare che questo mito sia completamente sfatato. Ma purtroppo, molti fondatori credono ancora che i marchi siano per prodotti consumer/prosumer e non necessari per prodotti SaaS.
Marchi come Notion, Slack, Figma, Typeform, sono tutti prodotti B2B che hanno dato la priorità alla costruzione del marchio tanto quanto ad altri aspetti del business.
Investire in Branding non significa avere un cartellone pubblicitario in via del Corso, tappezzare la stazione della metropolitana e gli autobus con i tuoi annunci, spendere un sacco di soldi in media a pagamento o concentrarti solo sulla Visual Identity.
Il posizionamento è una battaglia per la mente degli utenti e il branding è una battaglia per il cuore degli utenti. 🧠 ↔❤️. Ti servono entrambi per vincere.
Faccio principalmente 4 cose: lavoro come fractional Product Marketing Manager presso Pemcards, un'app che trasforma le foto che hai sul cellulare in cartoline; sono mentor in un incubatore, mi occupo della fase di analisi e validazione dei progetti; faccio consulenza a brand sul posizionamento; gioco a tennis. Punto ad eliminarne qualcuna, incrementando il tennis. La mia passione per la fase pre-Product-Market Fit (PMF) mi ha spinto a creare una newsletter dedicata (stefanopm.substack.com), in cui condivido casi studio, framework e tanto altro.
Le slide sono disponibili per studenti ed ex studenti del Master in Product Management