Febbraio 20, 2023 - di Redazione
Il processo di sviluppo del prodotto, detto anche product development process è un viaggio.
Percorrere, una dopo l’altra, le sue tappe (o, meglio dette, fasi), è un momento stimolante ed entusiasmante per chi fa prodotto.
Considerata la velocità con cui galoppa il progresso nel mondo tech, è importante che un Product Manager sappia come gestire le varie fasi in maniera efficiente.
Conoscere cos’è il processo di sviluppo del prodotto e quali sono i suoi step ci consente di risparmiare tempo e denaro, dandoci, nel frattempo, la consapevolezza di star introducendo nel mercato il miglior prodotto possibile che avremmo potuto creare.
Il problema, se così possiamo definirlo, è che spesso si dà per scontato. A volte, infatti, si pensa al processo di sviluppo di un prodotto come una conseguenza di azioni messe in atto per raggiungere obiettivi e profitti.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, eccoti una overview di cosa leggerai:
Pronto? Allaccia il mantello e buona lettura! 🦸
Il processo di sviluppo del prodotto è un processo critico che ne guida lo sviluppo e che ha come inizio la concezione dell’idea del prodotto che si vorrebbe realizzare e come fine il suo lancio sul mercato.
È importante perché consente di pianificare, sviluppare, lanciare e gestire efficacemente un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita.
Questo aiuta a:
Inoltre, ci dà l’opportunità di identificare le esigenze dei customers e le tendenze del mercato, permettendoci di migliorare continuamente il prodotto in base ai loro feedback e generare un impatto nel lungo termine.
Anche il processo di sviluppo del prodotto, come ogni processo, si compone di fasi.
Ogni fase del suo ciclo richiede una pianificazione precisa e attenzione ai dettagli per poter garantire il successo del prodotto.
Nello specifico, si ha a che fare con 4 fasi:
Gran parte del lavoro di sviluppo di un prodotto e di rilascio delle sue nuove features è soggetto a queste fasi prevalentemente in maniera ricorsiva e circolare. Parliamo di circolarità in quanto l’innovazione di prodotto non è lineare.
Spesso le attività del problem (Discovery e Design) e del solution space (Develop e Deliver) vengono svolte in simultanea; questo accade perché l’innovazione non è la soluzione.
L’innovazione è cambiamento: spingere al cambiamento delle abitudini e dei comportamenti dei nostri utenti, con un occhio sempre attento rivolto al valore che il nostro prodotto genera.
Da qui nasce la necessità di una continuous discovery: dedicare costantemente tempo alla discovery, andando alla scoperta dei problemi, ci permette di definire, gestire e prioritizzare le opportunità.
La fase di ricerca rappresenta l’inizio del processo di sviluppo del prodotto e ha l’obiettivo di comprendere le esigenze e le preferenze degli utenti.
Ciò che motiva un Product Manager, durante questa fase, è il desiderio di raggiungere una profonda comprensione del problem space che si è individuato all’interno del mercato.
La fase di discovery, dunque, è il momento per:
Per redigere quest’ultima, in maniera completa ed efficiente, possono essere utilizzati alcuni tools o framework tra i quali:
Ma la lista non finisce qui!
Mentre, per fare un’analisi su una nuova opportunità di mercato e avere una visione d’insieme delle nostre conclusioni seviranno:
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Tornando a noi, quello da chiedersi in questa fase è:
Qual è il problema che voglio risolvere?
Per rispondere a questa domanda è fondamentale prendersi il tempo necessario per poter analizzare razionalmente lo scenario in cui ci si trova: ciò ci permetterà d’identificare i gap di mercato e le opportunità di prodotto.
Durante questa fase, è facilissimo andare fuori strada perdendo il focus sull’obiettivo quindi, per evitare ciò, sarebbe opportuno porsi queste 4 domande:
La discovery è un momento in cui non si hanno certezze. Il problema che si pensava di aver identificato, in realtà, potrebbe non essere il reale problema utile alla costruzione del nostro potenziale prodotto.
È in questa fase che bisogna lavorare per individuare i nostri primi early adopter ai quali sottoporremo la soluzione identificata. A loro dedicherai la maggior parte del tuo tempo e delle tue risorse in quanto saranno coloro i quali ti daranno tutte le informazioni necessarie per delineare il tuo target.
Il modo più funzionale per approcciarsi a questi momenti -durante la fase di discovery- è quello di mettere tutto, continuamente, in discussione in quanto l’obiettivo non è ottenere da loro la risposta giusta, ma il saperla trovare.
Dunque, per delineare le nostre user personas, le domande da porsi sono:
Delineato ciò, è importante interrogarsi anche su come i nostri customers percepiscono i nostri competitors, così da poter essere in grado di offrire loro una soluzione al problema decisamente più competitiva.
Il Jobs To Be Done (JBTD) è un framework che ci aiuta a fare ciò in quanto mette al centro gli utenti, i loro problemi e outcome. Quello che ci si chiede è: “Praticamente, che lavoro fa il mio prodotto per questo target segment?”
C’è una famosa citazione di Theodore Levitt che riassume appieno il senso del Job To Be Done:
“People don’t want a drill, they want a hole in the wall”
Quindi, le persone, effettivamente, non hanno bisogno di un trapano, ma vogliono semplicemente un buco nel muro. È chiaro che, durante la customer discovery per reperire questa mole di informazioni, è necessario utilizzare degli strumenti, come:
Questi tools ci danno l’opportunità di decidere il problema da prioritizzare tra tutti quelli individuati.
Durante la fase di progettazione, bisogna mettere in campo la propria abilità nel saper prioritizzare gli insight degli utenti e degli stakeholders.
Ma perché è importante prioritizzare?
In primis, per riuscire a rispondere a queste domande:
Questa fase è quella in cui -una volta capito il problema – si passa alla definizione della soluzione che lo andrà a risolvere.
Per definire la soluzione, bisogna chiedersi:
“Come voglio risolvere il problema?”
È possibile rispondere a questa domanda attraverso l’utilizzo di diversi framework, come:
Attraverso l’impiego di uno strumento come l’Opportunity Solution Tree (OST), ad esempio, possiamo visualizzare tutte le possibili soluzioni e scegliere quella che ci sembra essere la più adatta.
L’obiettivo della fase di progettazione è quello di validare che la nostra idea/soluzione sia effettivamente utile a risolvere il problema che abbiamo identificato.
La fase di sviluppo rappresenta quel momento in cui il team di Prodotto utilizza tutto quello che è emerso durante la fase di discovery e design per progettare un primo prototipo (MVP) con lo scopo di testare la fattibilità e le funzionalità del prodotto.
L’MVP altro non è che uno strumento di apprendimento per acquisire, il prima possibile e con metodo, informazioni importanti sul prodotto (o sulla feature) che vogliamo lanciare.
Questo può essere:
Nella fase di sviluppo bisogna dare spazio alla propria creatività e alle proprie capacità di problem solving.
È importante delineare una roadmap per:
L’obiettivo di questa fase è ridurre al minimo rischi e costi, costruendo il prodotto per iterazioni, e consentendo agli utenti finali la possibilità di testarlo e fornire dei feedback.
Come abbiamo detto, il processo di sviluppo del prodotto è un processo circolare. Questa caratteristica è ben rappresentata proprio in questa fase in quanto può succedere che, a fronte dei feedback forniti dagli utenti, vengano individuati nuovi problemi e, di conseguenza, sarà necessario pensare e validare una nuova idea.
Questo approccio Agile riduce i costi a fronte di eventuali cambiamenti e getta le basi per la costruzione di un prodotto finale di maggior successo. La chiave per il successo è organizzare il proprio cross-functional team, identificando gli elementi chiave dell’esperienza complessiva degli utenti.
Ok, tutto fantastico; ma, certamente, vi starete chiedendo: “Come faccio a sapere se le funzionalità che ho inserito daranno risultati positivi o viceversa?”
L’unico modo per avere la certezza è misurare tutto.
“Se non misuri non sai“.
È importante creare un ambiente in qualche modo controllato perché è proprio in questa fase che vengono prese le decisioni circa l’usabilità e la prontezza delle nostre features.
Uno degli strumenti più usati è l’A/B test, ma a volte non è possibile basare tutto su questo; quindi, in aggiunta potrebbero essere condotte delle surveys o delle customer interviews così da indagare il sentiment dei nostri early adopter.
È questo mix tra approccio quantitativo e qualitativo a rendere possibile la raccolta dei feedback, i quali ci permetteranno di raddrizzare il tiro, se necessario, prima di lanciare il prodotto definito.
La fase di delivery ci permette di valutare l’efficacia della nostra soluzione: è il momento in cui bisogna decidere se (e come) iterare e ottimizzare le funzionalità. È in questo momento che possiamo capire, effettivamente, il valore del nostro prodotto nonché il valore per l’utente e per il business.
Adesso il prodotto è alla portata di tutti e possiamo avere un’immagine a 360° di come si comporta nel mondo reale.
Sarà necessario domandarsi:
Rispondere a queste domande ci permetterà di capire se e in che misura dovremmo investire per migliorare ciò che potrebbe e dovrebbe funzionare meglio nel nostro prodotto.
Ma come facciamo a sapere se effettivamente stiamo deliverando valore? In base agli obiettivi che ci si è posti di raggiungere.
Bisogna aver già definito degli outcome che ci si aspetta di raggiungere e che insieme concorreranno a muovere le metriche, o la metrica di successo, scelte prima di lanciare.
Chiaramente, durante questa fase bisogna lavorare a stretto contatto con il team marketing e produzione in modo tale da tenere la bussola sempre centrata in direzione del Product Market Fit.
Come abbiamo detto, lo scopo principale dell’intero processo è quello di creare un prodotto che generi impatto nel lungo termine.
Ma quando, effettivamente, possiamo dire di esserci riusciti?
Un segnale importante ci viene dato dall’evidenza che il nostro prodotto stia realmente creando valore per i customer, risolvendo i loro problemi e dando loro il beneficio desiderato.
È in questo istante che Il nostro prodotto/servizio inizierà ad avere trazione nel mercato. Comincerà un lungo viaggio fatto di continue interazioni e nuovi esperimenti che valideranno o non valideranno le varie assumption che, col tempo, andranno a delineare il cuore della nostra value proposition.
Il processo di sviluppo del prodotto è sicuramente un momento complesso e delicato per un Product Manager, per questo è fondamentale avere la conoscenza necessaria per poterlo condurre senza particolari intoppi.
Se avessi voglia di approfondire e imparare a padroneggiare tutto questo, prendi parte al nostro Master in Product Management in partenza a brevissimo 🎓.
Avrai la possibilità di conoscere il mondo del prodotto a 360°! Ti aspettiamo 😎
Le slide sono disponibili per studenti ed ex studenti del Master in Product Management