Febbraio 6, 2023 - di Simona Bariselli
Cosa intendiamo per accessibilità web e digitale? Normalmente ci si riferisce alla facilità d’uso di un sito web, un’app o un dispositivo da parte di persone con disabilità. Ciò include la possibilità di utilizzare tastiere, screen reader, e altre tecnologie assistive per navigare e interagire con il contenuto.
L’accessibilità è importante per garantire a tutti gli utenti di accedere e utilizzare il contenuto in modo equo e indipendente.
Nel 2022, negli Stati Uniti, ci sono state più di 4.000 cause per violazione dell’Americans with Disabilities Act (ADA), una legge antidiscriminazione del 1990 che consente alle persone con disabilità di fare causa alle aziende che vendono servizi e prodotti sul territorio statunitense attraverso siti web o app non accessibili.
In Italia, nel novembre 2022, una normativa simile, nota come Legge Stanca, è stata estesa dalla pubblica amministrazione alle grandi aziende private con un fatturato medio, negli ultimi tre anni, di cinquecento milioni di euro.
Questa estensione si allargherà presto anche alle aziende meno grandi. Il tutto in linea con l’obiettivo della direttiva europea di uniformare le normative nazionali entro il 2025, per migliorare l’accessibilità di una varietà di prodotti e servizi nel mercato europeo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 16% della popolazione mondiale, oltre 1 miliardo di persone, ha una qualche forma di disabilità. È probabile che nei paesi con una popolazione anziana, come l’Italia, questa percentuale sia maggiore, anche se proprio sull’Italia mancano dati precisi.
Le disabilità sono comunemente suddivise in visive, uditive, motorie e cognitive. Persone con disabilità visive che usano uno screen reader non riusciranno a interagire con app o siti web che non supportano l’uso della tastiera o che non seguono gli standard HTML.
Questi sono solo alcuni tipi di problematiche che possono sorgere per le persone con disabilità o per chiunque debba, ad esempio, ad utilizzare uno smartphone in ambienti molto luminosi, o a navigare un sito con un braccio ingessato o in momenti di particolare stress o stanchezza.
Esistono delle linee guida internazionali, le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), che, assieme ad altri standard del W3C, definiscono le regole e le best practice da seguire per creare prodotti digitali accessibili e usabili da una vasta gamma di persone.
La prima buona notizia è che esistono degli standard, alcuni dei quali sono già conosciuti dagli sviluppatori. Questi standard sono inoltre ispirati ai principi del design universale: andando incontro alle esigenze più particolari si cerca di aumentare l’usabilità per tutti gli utenti.
La seconda notizia, meno positiva, è che nel loro complesso, gli standard W3C per l’accessibilità sono ancora poco diffusi e conosciuti, e da soli non sono sufficienti. Scopriamo perché.
Cosa troverete in questo articolo:
Il modo più diffuso di affrontare l’accessibilità consiste nel delegarla completamente agli specialisti e considerarla solo come un problema tecnico da risolvere possibilmente di rado. Questo approccio è motivato esclusivamente dalla volontà di evitare rischi legali e sanzioni; inoltre, rivela un pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità, considerandole non autonome nell’utilizzo di servizi digitali.
Uno dei limiti di questo approccio è che dipende interamente:
Questo approccio, oltre a non essere scalabile, potrebbe essere inefficace e poco duraturo, poiché l’accessibilità verrà trascurata non appena cambiano le priorità o le risorse coinvolte.
Per facilitare il lavoro di chi deve seguire le linee guida, e ottenere risultati duraturi e tangibili, è necessario cambiare la mentalità e il modo di lavorare all’interno delle aziende. Il tutto affinché l’accessibilità diventi un aspetto strutturale.
Un approccio maturo alla gestione dell’accessibilità prevede di stabilire un programma di accessibilità con policy e procedure per incorporare l’accessibilità nell’organizzazione aziendale. Nel 2019 è stato creato lo standard ISO 30071-1, che fornisce una guida per incorporare l’accessibilità nel processo di creazione del prodotto in modo olistico e duraturo. Come descritto in “Inclusive Design for Products” di Jonathan Hassel – esperto di accessibilità che ha guidato la creazione dello standard – motivazione e strategia sono cruciali per avviare il processo vero e proprio.
Cosa spinge un’azienda a tenere conto dell’accessibilità? La riduzione del rischio legale e delle sanzioni, sebbene importante, non può essere l’unico obiettivo.
Il business dovrebbe valutare diversi vantaggi, come:
Queste sono tutte motivazioni che inquadrano l’accessibilità in una prospettiva che porta vantaggi sia all’azienda che agli utenti, con e senza disabilità.
Dopo aver acquisito una maggiore consapevolezza sulle motivazioni, bisogna stabilire come raggiungere gli obiettivi di accessibilità, e identificare le responsabilità di ogni ruolo coinvolto. La motivazione del team non nasce spontaneamente, ma è il risultato di una strategia ben definita che crea le condizioni per cambiare il modo di lavorare.
Designer e sviluppatori sono le figure che conoscono meglio le linee guida tecniche (e se non lo sono, devono essere formati). Tuttavia, il loro tempo è gestito da altri ruoli.
Le figure cruciali nella prioritizzazione dell’accessibilità sono i project managers, che gestiscono i tempi ed i costi dei progetti, ed i product managers (che devono lavorare in sinergia con il product designer), che decidono quali utenti e funzionalità il prodotto deve supportare.
Mentre i finance managers possono approvare o meno il budget per l’accessibilità, i legal managers decidono che tipo di rischio legale l’azienda è disposta a correre. I marketing managers, impostando le linee guida di un brand, possono incidere su alcuni criteri di accessibilità; gli strategy managers possono influire sul ruolo dell’accessibilità rispetto ad altri aspetti nella strategia generale del prodotto.
In sintesi, perché un prodotto sia accessibile, tutti i ruoli all’interno dell’organizzazione aziendale devono essere consapevoli della propria responsabilità. Il tutto mentre prendono decisioni che possono riconoscere o meno l’accessibilità come una qualità importante.
Dopo aver acquisito maggior consapevolezza sulle motivazioni e definito la responsabilità di tutti i ruoli, si può incorporare l’accessibilità nel processo di progettazione e sviluppo. Lo standard ISO 30071-1 consiglia di includere nel proprio processo, sia esso waterfall o agile, otto attività coerenti con il metodo dello user-centred design. L’attenzione verrà così spostata dalle linee guida ai bisogni degli utenti, che entrano nel processo contribuendo a migliorare il prodotto:
Questo documento può essere utilizzato in caso di controversie, per documentare l’accessibilità quando si partecipa a gare che la richiedono, sia per scrivere la dichiarazione di accessibilità richiesta dalla Legge Stanca o per dimostrare l’aderenza allo standard ISO 30071-1 stesso.
Considerare l’accessibilità solo come un problema tecnico, e affidare gli sforzi esclusivamente alle figure del team che creano il prodotto, non è una strategia efficace e duratura. L’attenzione dedicata nella fase iniziale si perderà non appena si presenteranno altre priorità.
Un approccio più maturo deve incorporare l’accessibilità in modo strutturale sia a livello organizzativo che nel processo di creazione del prodotto.
Lo standard ISO 30071-1 fornisce gli strumenti per attuare questo passaggio, mettendo al centro del processo l’utente e i suoi bisogni, piuttosto che le tradizionali linee guida WCAG.
Non è un aspetto secondario, se si considera che la conformità completa a tutte le linee guida talvolta è difficile, soprattutto per prodotti con un alto contenuto visivo o video. Inoltre, le linee guida evolvono nel tempo e possono essere imperfette o inadeguate per le esigenze di alcuni tipi di disabilità.
Riportare gli utenti al centro del processo fornisce i criteri sia per guidare le scelte che realisticamente dovranno essere fatte quando si dovrà prioritizzare l’accessibilità, che per valutare l’effettivo miglioramento del prodotto. Se il design universale è un principio ideale, l’arte dell’inclusione consiste nel bilanciare questo ideale con ciò che è realistico (Hassell, Inclusive Design for Products, p. 89).
Se l’articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere aggiornato sui prossimi contenuti, iscriviti alla nostra Newsletter 📩
Sono Simona Bariselli e lavoro come Specialista di Accessibilità in Accenture Song. Aiuto i team di progettazione e sviluppo a creare prodotti digitali accessibili e supporto le organizzazioni nell'indirizzare la giusta strategia per l'accessibilità. Sono appassionata di UX Research e Design Inclusivo e guidata dal noto motto utilitarista: "Il massimo dell’usabilità per il massimo numero di persone".
Le slide sono disponibili per studenti ed ex studenti del Master in Product Management